Mi si chiede cosa serve oggi un mago e rispondo alla domanda con piacere :
Avvicinarsi all’insegnamento esoterico porta ad iniziare una lunga via di studio e di sofferenza che porta al possesso di conoscenze e poteri mentali straordinari,costituirono la shanga dei maestri guerrieri che erano lo sbarramento naturale verso le forze del male.
Per millenni si approntarono metodologie, non solo di guerra e là dove uomini e donne incarnavano l'eros, nelle loro radici eroiche che è passione per la sacralità della vita e dell'intensità di viverla - nello stato più puro necessario per arrivare alla suprema conoscenza - che determina il sacrificio estremo e quindi il superamento della stessa morte.
I segreti principali della vita furono e sono :
la disciplina,
il movimento del corpo,
l'armonia dell'essere che si muove perchè è mosso dall'essere interiore che trascende lo stato primitivo quando la consapevolezza attinge forza da fuoco primordiale,
la febbre che sana e trasforma l'animo di ogni essere a nuova vita.
Oggi si affaccia il problema della sopravvivenza stesse delle stirpi, la soppressione di tutti i valori interiori, l'etica esistenziale,che era comunione di sentimenti, si frammenta in egoismi fine a se stessi e trasformati in sociali, errori sociali pretesi dal cinismo esistenziale delle lobby, tutto questo porta allo sterminio ideologico dei modernisti che, con i media a disposizione, distruggono i popoli con violenze legislative e psicologiche che danno il superfluo e l’inutile togliendo l'indispensabile, queste aggressioni fanatiche del fondamentalismo moderno pone le stirpe in un conflittuale fra la loro sopravvivenza e lo sterminio.
La guerra è stata portata ormai in atto in tutto il mondo,ed ora più che mai si rende necessario per la sopravvivenza delle stirpi è necessario (ri)scoprire ciò che le lega e che sia un fronte comune a (ri)cercare delle nuove matrici dinamiche, vincendo la paura e l’emozionalità incontrollata che permettono l’aggressività e la violenza di chi si crede forte.
La (ri)scoperta delle antiche devozionalità pone le relazioni umane nel piano del rispetto reciproco che è il riconoscimento del Dio Ignoto mentre oggi il monoteismo bieco si pone al servizio di chi in nome dell'amore o di malcerte energie non ha alcun rispetto della vita e si focalizza sui sospetti e rancori su ciò che non comprende proponendo stati migliori, una vita agiata e odio per chi vive la sua indigenza – vista con gli occhi dei voyers democratici occidentali - in nome e in fedeltà a ciò che era che vuole sia oggi e che vuole che sia nel futuro del suo popolo.
Il moralismo di oggi, inutilmente corretto, non ammette nessuna visione superiore, ma permette ogni estremismo, decadenza morale e prostituzione sociale.
Vogliono convincere che i principi ancestrali sono morti ma invece stanno solo cercando di vivificare la società globalizzata che vogliono, quella si morta, annichilendo tutto ciò che porta al trascendimento di determinati stati dell'essere che è la linfa di ogni società viva.
La vita guerriera pretende una profonda capacità di visione interiore, permettendo così una eguale visione degli altri , il guerriero combatte la paura e la vince con la disciplina del superamento che altro non è che l’impadronirsi della sua pace interiore che ti porta a capire che non vi nulla ne da perdere ne da vincere perché il senso della morte, fisica ed interiore, si vince in ogni atto che si compie e quindi gni gesto conseguente all'azione guerriera è un lampo che paralizza o stordisce chi ci è vicino perché viene dal fuoco interiore e che la sola azione guerriera permette che si liberi l’energia interiore che ogni guerriero possiede.
Il mago o il gerofante non possono essere, quindi, che al servizio dei guerrieri della sua stirpe, egli deve preparare le armi, sostenere le energie che il guerriero usa per distruggere o lenire o per giungere al bello dipende quindi, anche da lui, lo stato dell’essere guerriero, il mago per primo percorre la via del fuoco e sa che per il guerriero, questa non è una chiusura emotiva ma la necessità di sostenere la sopravvivenza della sua stessa stirpe.
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