un omosessuale mi chiede un parere
l'omosessualità maschile non è più un problema ed ammicca nei media, viene gridata nei “gay-pride days” tcendo però, ovviamente la sofferenza individuale che provoca.
Non è né provocazione nè omofobia scrivere di omosessualità maschile e dei tentativ, che ci sono,i di “approccio ricostituivo” legato alla teoria delle relazioni oggettive e sull’empiria degli studi legati all’identità sessuale.
L'analisi delle dinamiche familiari, il recupero della relazione con la figura paterna, l'autoaccettazione e la rimozione dei sensi di colpa, l'autoaffermazione e la valorizzazione dell'autostima, lo sviluppo di vincoli di amicizie non erotiche sono elementi fondamentali di questo modo di intervenire che prevede non medici ma la verbalizzazione e la psicoterapia sia personale che di gruppo.
C’è una crisi feroce dell'identità maschile accompagnata dall’ incertezza della definizione di «genere sessuale», ed oggi è però necessario parlare di omosessualità al di fuori del politicamente corretto per cui dovrebbero accettare l’essere gay senza cercare di recuperarsi.
La elevata frequenza della distonia nella percezione della propria omosessualità è poco conosciuta, e viene nascosta per aumentare l'accettazione sociale degli omosessuali ma serve far conoscere quelle risposte utili a risolvere e non solo il pensarla una moda.
La società modernista esibisce una malintesa accettazione del pluralismo legandola alla libertà di orientamento sessuale evitando così una conoscenza e una personale elaborazione delle proposte alternative, promuovendo una generica tolleranza obbligandoci all’accettazione di uno “stato di fatto” che se non c’è porterebbe a una ghettizzazione di ritorno, riconoscendo quindi che l’omosessuale sarebbe avanguardia di un, non si sa bene quale, movimento.
Serve dare aiuto, per riorientarsi, a chi ha sperimentato e attualizzato pulsioni e comportamenti omosessuali ma che non trovano nell'outing degli omosessuali (locali, circuiti associativi) risposte adeguate al malessere e all’infelicità di se che persistentemente sperimentano.
La risposta non può essere il “devi solo imparare ad accettare la tua diversità", la risposta infatti è deludente perché ci sono realtà, magari descritte come gruppi retrogradi, razzisti, integralisti ed omofobi che popolano il mondo non virtuale facendoci così riflettere in modo onesto e non ideologico sul tema dell'omosessualità maschile e sulle possibilità del recupero.
risposta a una domanda
risposta ad alcune domande relative al mio post precedente
che ci siano omosessuali che rifiutano l'etichetta di «gay» e tutte le implicazioni che la definizione comporta è noto, e questo avviene perchè il termine «omosessuale» indica si un aspetto innegabile della loro psicologia ma gay descrive uno stile di vita e dei valori che essi non condividono. Molti omosessuali vivono un profondo conflitto tra i loro valori e le loro tendenze sessuali e, sebbene il loro sviluppo personale sia costantemente ostacolato da desideri omoerotici, si sforzano di non arrendersi a questi impulsi omosessuali, ma di superarli.
In psichiatria è cambiata l'opinione per cui l'omosessualità era una condizione malsana e così facendo ha abbandonato questi uomini, gli “omosessuali non gay”, e questo non stupisce se crediamo che l’annichilimento dei valori eterni sia la necessità di oggi, e questo non accettare di sostenere la lotta interiore di questi individui non stupisce come non stupisce che si vogliano curare unicamente per il sentimento di odio verso se stessi dovuto a omofobia interiorizzata.
L'omosessualità è un problema inerente allo sviluppo, spesso legata alle prime incomprensioni tra padre e figlio. Un corretto sviluppo eterosessuale richiede il sostegno di entrambi i genitori, nel momento in cui il ragazzo vive il distacco dalla madre e il successivo processo di identificazione con il padre ed un rapporto padre-figlio fallimentare può favorire l'incapacità di interiorizzare la propria identità sessuale.
Se l'identificazione sessuale non è completa, durante l'infanzia il ragazzo non solo si allontana dal padre, ma anche dai coetanei di sesso maschile.
La letteratura specializzata riconosce come indizio di omosessualità il duplice fenomeno di comportamento non mascolino durante l'adolescenza e di difficoltà a mettersi in relazione con i coetanei maschi.
Questo distacco porta a un processo di eroticizzazione della mascolinità, spesso accompagnato da un processo di alienazione dal corpo, caratterizzato o da eccessive inibizioni o da un esibizionismo esasperato. Tale processo si accompagna spesso a una scarsa autostima. L'omosessualità che ne deriva risponde all'esigenza di porre rimedio al danno originario nel processo di identificazione sessuale.
Se lei legge con attenzione la letteratura specializzata vedrebbe che i fattori genetici e ormonali non hnno un ruolo predeterminante nello sviluppo omosessuale, ma certo vi sono dei fattori predisponenti che rendono alcuni ragazzi più vulnerabili e più soggetti a un processo di identificazione sessuale incompleto.
Tra i problemi legati all'omosessualità possiamo includere le difficoltà di autoaffermazione, la sessualizzazione della dipendenza e dell'aggressività, il distacco come autodifesa dagli individui di sesso maschile. Generalmente gli omosessuali maschi non sono in grado di instaurare rapporti d'amicizia non erotici con individui dello stesso sesso.
Se guarda più da vicino, e senza scandalizzarsi, i rapporti tra gay, osserverà alcuni limiti tipici dell'amore omosessuale. Le coppie gay sono note per la loro precarietà e instabilità, l'eccessiva promiscuità e l'enfatizzazione della sessualità dei rapporti omosessuali. In assenza dell'elemento femminile stabilizzante, le coppie omosessuali maschili presentano serie difficoltà nella capacità di mantenere la monogamia.
Nonostante la valorizzazione dell'androginia da parte del gay, c’è una ricerca contraddittoria dell'archetipo maschile, in una gerarchia dove l'individuo poco mascolino occupa una posizione inferiore. Le relazioni gay, inoltre, si scontrano inevitabilmente con i limiti propri dell'identicità sessuale, che rende l'atto sessuale isolato e narcisistico, data la necessità di tecniche che prevedono necessariamente l'alternanza. Non si tratta solo di incompatibilità anatomica, ma di ostacoli psicologici che impediscono all'individuo di relazionarsi in modo completo come avviene invece nelle coppie eterosessuali.
Da 70 anni gli scrittori del Movimento di Liberazione Gay sollecitano un atteggiamento di tolleranza da parte della società, ma vogliono anche che lo stile di vita e la condizione omosessuale ottengano l'approvazione generale.
Negano che vi sia promiscuità, o la propongono come parte accettabile di un nuovo ordine sociale necessario alla condizione omosessuale e chi non riconosce l'uguaglianza dell'omosessualità è considerato omofobico, cioè pieno di paure irrazionali perché rifiutano che sia del tutto legittimo dare più valore all'eterosessualità.
Oggi alcuni gruppi sani propongono la terapia ricostitutiva dell'omosessualità; questa si basa sulla teoria delle relazioni oggettive e su studi empirici dell'identità sessuale. Uno degli obiettivi primari della terapia è l'analisi delle dinamiche familiari che possono aver provocato lo sviluppo omosessuale di un individuo. La riappacificazione con il padre è uno dei primi passi in questo processo riparatore, ma tra gli obiettivi primari della terapia si annoverano anche l'autoaccettazione e la rimozione dei sensi di colpa. Si parla molto di differenze sessuali e in generale si è d'accordo nel riconoscere la positività di una completa identificazione sessuale. Il superamento del falso io è un obiettivo primario per molti pazienti in cura. Si incontrano non poche sfide sul percorso che conduce al rafforzamento del proprio io e all'autoaffermazione. Nella terapia di gruppo, al paziente si richiede di sviluppare l'autostima attraverso la verbalizzazione. Un altro obiettivo molto importante è lo sviluppo di vincoli di amicizia non erotici tra individui dello stesso sesso. Per l'omosessuale il distacco come autodifesa costituisce generalmente un ostacolo non trascurabile alla nascita di legami di amicizia con uomini normali.
Nella terapia ricostruttiv sisostiene che il rapporto tra paziente e terapeuta può rappresentare un ostacolo in questo tipo di terapia, poiché spesso si ripropone lo stesso genere di problematiche che caratterizzano i rapporti con il padre. Per questo una psicoterapeuta donna può avere un ruolo determinante nella terapia, a patto che al momento giusto essa ceda il paziente a un terapeuta di sesso maschile.
Questo tipo di terapia non si pone l'obiettivo di cancellare tutti gli impulsi omosessuali, bensì di migliorare la capacità di mettersi in relazione con gli altri uomini e di rafforzare il processo di identificazione maschile. Con la terapia ricostitutiva, molti omosessuali hanno trovato la forza di raggiungere l'equilibrio in una unione eterosessuale.
Nessun commento:
Posta un commento